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Trento, 6 gennaio 2010 Per Marco Boato, che è stato fra gli ispiratori del recente appello agli ecologisti, una delle poche novità positive all’interno del disastrato paesaggio politico italiano, il nuovo anno non è iniziato sotto i migliori auspici. «Verdi, la resa dei conti», è il titolo che viene dato dall’Adige al suo intervento di autodifesa dalle accuse che gli stanno piovendo addosso da tutte le parti. Il titolo tende a sottolineare in particolare i danni che il «fuoco amico» sta creando al nuovo percorso politico intrapreso dal Presidente dei Verdi trentini, quello di liberare il movimento ambientalista trentino e italiano dall’abbraccio soffocante di una sinistra dogmatica e inconcludente che ha contribuito inconsapevolmente ad accentuare il processo in atto di allontanamento dell’Italia dall’Europa. Sarebbe opportuno soffermarsi sul ragionamento politico di Boato e giudicarne la congruità rispetto al contesto sia locale che nazionale piuttosto che perdersi dietro psicologismi di maniera (Boato insopportabile? lo dicevamo scherzando anche noi, suoi compagni di studi, commentando i suoi torrenziali interventi assembleari sessantottini, ma eravamo ben consapevoli della lucidità e della responsabilità del suo agire politico). Il contesto locale: il ragionamento di Boato sulle sofferenze dell’attuale coalizione dellaiana non fa una grinza, e sarebbe bene se anche Roberto Bombarda comprendesse che anche il suo disagio di consigliere può trovare spiegazione nell’analisi di Boato. Il contesto nazionale: non vi è dubbio che la svolta ambientalista impressa ai Verdi, svolta che Boato ha attivamente contribuito a produrre, è foriera di sviluppi molto positivi di medio e lungo periodo, sviluppi che il resto della politica italiana, avvitata come è alla ricerca di «un centro di gravità permanente» non è in grado di proporre seriamente. Sarebbe bene che il giornale si facesse promotore di un dibattito aperto sui contenuti dell’appello agli ecologisti e sulla sua congruità con i problemi che il Trentino deve affrontare, sgombrando così il campo da letture fuorvianti. Sarebbe questo il compito della politica, ma in assenza di partiti in grado di elaborare discorsi compiuti anche i mezzi di informazione possono essere di aiuto. Vincenzo Calì |
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